«Svègliati, o tu che dormi, déstati dai morti e Cristo ti illuminerà».
Carissimi prendo ispirazione da questa citazione tratta dalla Lettera dell’Apostolo Paolo agli Efesini per invitarvi a cogliere l’occasione del Tempo di Avvento e del Tempo di Natale per ravvivare il dono della fede ricevuto con il Battesimo, dono che, come ben sapete è da custodire e ravvivare perché porti frutti di redenzione nella nostra vita. Come ogni evento importante, anche il Natale è un mistero che non potremmo mai vivere nella sua pienezza e nel suo significato più profondo se non ci prepariamo. Ecco perché il calendario liturgico ci propone ogni anno un tempo propizio affinché il cristiano si disponga interiormente a ricevere il dono per eccellenza: Gesù. Anzitutto le parole dell’Apostolo Paolo sopra citate ci invitano a prendere coscienza del fatto che siamo dormienti. Ovviamente si parla di un sonno spirituale che consiste nel nostro attaccamento alla vita mondana, alle preoccupazioni che la vita ci offre e alla poca attenzione che riserviamo per la presenza di Dio nella nostra vita. Sappiamo che per fare esperienza di Dio dobbiamo avere un cuore desto e soprattutto libero. Ciò non significa che non dobbiamo considerare la nostra vita terrena, anzi, proprio essa è il presupposto del grande Mistero salvifico: Dio si fa uomo in Cristo Gesù per salvare la nostra vita e la storia dell’uomo. Ciononostante, sebbene i nostri piedi poggiano sulla terra, dobbiamo pensare che il nostro cuore deve essere rivolto verso la mèta, ovvero Gesù, il paradiso. Ecco allora l’invito a svegliarsi anzitutto, che consiste nel riconsiderare l’aspetto spirituale della nostra esistenza che rischia sempre di essere soffocato dalla parte più materiale di essa. Basterebbe chiedersi: quanto tempo dedico alla preghiera? Quanto interesse ho per la Sacra Scrittura? Come vivo i Sacramenti? Da quanto tempo non mi accosto al sacramento della Penitenza, all’Eucaristia domenicale? Anche se siamo dei cristiani praticanti, non diamo per scontato che non siamo anche noi assopiti. Chiediamoci in che modo prego? Sono distratto? Lo faccio mentre sto facendo altre faccende? Sono capace di riservare un tempo solo per il Signore e per la cura della mia vita spirituale? Quando sono a Messa, come sto? Sono attento? La vivo come un incontro con una persona importante che merita la mia attenzione? O magari sono lì a guardare l’orologio o il telefonino o a chiacchierare con il vicino? Fare un attento esame della nostra vita spirituale ci aiuta a prendere consapevolezza che l’invito a svegliarsi consiste proprio nel far crescere in noi il desiderio delle realtà celesti e quindi di incontrare veramente Gesù che mi parla e che mi invita ad andare verso di Lui, per restare con Lui.
Ecco il senso dell’invito a destarsi dai morti. I morti, in questo caso, siamo noi che viviamo con il cuore preso dalle cose del mondo soltanto, senza pensare alle realtà celesti. Morti siamo noi che affannati dalle preoccupazioni della vita terrena e immersi nei nostri problemi ci dimentichiamo che passa la scena di questo mondo soggetto alla caducità, perché il Signore crea per noi Cieli nuovi e Terra nuova, ovvero una nuova vita che non è di questo mondo ma che possiamo già assaporare, sebbene ancora pellegrini in esso. Da questo regno di morte spirituale dobbiamo destarci, ovvero rimetterci in piedi per guardare verso la mèta, verso Gesù. Cercare il volto di Gesù, questo è il senso del Natale, proprio per questo Dio prende un corpo come il nostro affinché possiamo vedere il suo volto. È ovvio che per vedere il volto di Dio è indispensabile fissare lo sguardo su Cristo e ascoltare la Sua Parola di vita, il Vangelo, per poterlo riconoscere! Per questo è necessario un sincero cammino di conversione, ovvero riposizionare la nostra attenzione su di Lui, riposare il nostro sguardo e dirigere il nostro desiderio verso di Lui. Allora, e solo allora, ci accorgeremo che Cristo, Sole di Giustizia che sorge, ci illumina rendendoci belli e rischiarando l’orizzonte davanti a noi. Come ogni cosa creata alla luce del sole acquista il massimo del suo splendore e della sua bellezza, così l’uomo, illuminato da Cristo, acquisterà il massimo del suo splendore e la sua dignità.
Per facilitare la memoria, possiamo servirci di due segni da mettere ben in vista nelle nostre case: per il tempo di avvento sarebbe opportuno mettere una Bibbia aperta, magari sulla pagina del vangelo del giorno (i più attempati potrebbero farsi aiutare dai propri figli e nipoti per trovare la pagina esatta visitando il sito internet della Conferenza Episcopale Italiana che riporta puntualmente la liturgia del giorno), con accanto una lampada da accendersi nel momento in cui si legge il brano biblico; per il tempo di Natale, accanto alla Bibbia e alla lampada basterebbe collocare una rappresentazione del presepio. Segni semplici, ma che ci permettono di ricordare l’impegno!!!
Buon incontro con Gesù, buon Natale!
Don Diego, priore -parroco