APERTURA DEL SINODO 2021-2023
Papa Francesco trasforma il Sinodo dei vescovi da evento a processo, con al centro il popolo di Dio. Inaugurato lo scorso 9-10 ottobre in Vaticano da Papa Francesco, il prossimo sinodo dei Vescovi previsto per l’ottobre 2023, si svolgerà in tre tappe e coinvolgerà tutta la Chiesa, tanto in Vaticano quanto in ogni diocesi. Si passerà da una fase diocesana ad una fase continentale, fino a quella conclusiva che sarà a livello di Chiesa universale. Il Sinodo dei Vescovi «è il punto di convergenza del dinamismo di ascolto reciproco nello Spirito Santo, condotto a tutti i livelli della vita della Chiesa», come ha ricordato papa Francesco nel suo discorso per la commemorazione del 50° anniversario dell’istituzione del Sinodo dei Vescovi, il 17 ottobre 2015. «L’articolazione delle differenti fasi del processo sinodale renderà così possibile l’ascolto reale del Popolo di Dio e si garantirà la partecipazione di tutti al processo sinodale», sottolinea il Sinodo dei vescovi: «Non è solo un evento, ma un processo che coinvolge in sinergia il Popolo di Dio, il Collegio episcopale e il Vescovo di Roma, ciascuno secondo la propria funzione».
Lo scorso 17 ottobre, quindi, come in tutte le diocesi, anche a Foligno il Vescovo Domenico ha presieduto la Liturgia della Parola con la quale ha avuto inizio il percorso del Sinodo dal titolo “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione”. L’obiettivo della fase diocesana (ottobre 2021-aprile 2022) è la consultazione del popolo di Dio, «affinché il processo sinodale si realizzi nell’ascolto della totalità dei battezzati, soggetto del sensus fidei infallibile in credendo.
Il Vescovo ha fatto comprendere come questa prima fase del sinodo incentrata sull’ascolto del popolo di Dio, va vissuta nello stile dei cinquanta giorni compresi tra la resurrezione del Cristo e la discesa dello Spirito santo. Un tempo che gli Apostoli con Maria hanno scandito con il silenzio e la preghiera, nell’attesa della realizzazione della promessa di Gesù, ovvero la venuta dello Spirito Santo che li avrebbe costituiti testimoni coraggiosi e credibili.
È proprio questa la sfida che si impone alla Chiesa di oggi: ripartire da una vera e profonda comunione che la rende credibile in quanto segno della presenza viva del Risorto nella storia dell’umanità. In una società sempre più segnata dal relativismo, la Chiesa ha una carta vincente da giocare: la sua cattolicità. Una cattolicità non solo come etichetta, bensì come stile di vita, per proporre a tutti l’abbraccio universale del Cristo che salva e dà vita per mezzo dell’amore. Guardare Gesù, senza perderlo mai di vista, è la garanzia di questa cattolicità che diventa comunione e ci fa sentire famiglia di Dio, come ci ricorda l’Apostolo Paolo. Diversamente si rischia, come sempre accade, di mettere noi stessi al centro: i nostri principi, la nostra superbia, la pretesa di essere nel giusto, il nostro egoismo, fino che, senza rendercene conto, ci troviamo al posto di Dio, con la differenza che il nostro giudizio non è mai misericordioso, bensì vendicativo, e questo comporta una lacerazione distruttiva.
Il Sinodo è un’opportunità per rimettere al centro Gesù per poter muovere i passi della missione verso gli ultimi e con questi camminare insieme verso Cristo, ma prima è necessario radunarsi insieme per poi camminare insieme, come la stessa parola “sinodo” ci ricorda.
Siamo tutti chiamati in causa per dare il nostro contributo: iniziamo anzitutto con la preghiera, e poi, cammin facendo vedremo in quali altri modi il Signore ci chiamerà a servirlo.
Don Diego Casini
Priore parroco